Profili missionari e spirituali
DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II AI
RAPPRESENTANTI DEI MOVIMENTI OPERAI CRISTIANI VICINO ALLA TOMBA DEL CARDINALE
JOSEPH CARDIJN/2
Laeken (Belgio), 19 maggio 1985
6. Così pure è dal libro della parola di Dio che volete
attingere lo spirito che permetta di suscitare una vita
La solidarietà,
parola-chiave della storia operaia, è anche, nel linguaggio moderno, una parola
"evangelica". È insieme che bisogna costruire il mondo: insieme, tra i
lavoratori e i senza lavoro, gli immigrati e i belgi, gli uomini e le donne, i
giovani e gli adulti, insieme fino alla dimensione internazionale (Giovanni
Paolo II, Allocutio ad eos qui LXVIII
conventui Conferentiae ab omnibus nationibus de humano labore interfuere habita,
5, 15 giugno 1982: Insegnamenti di
Giovanni Paolo II, V/2 [1982] 2255).
Questa solidarietà
che accetta la priorità dei più bisognosi e la legge della condivisione come
esigenza dell'amore, deve estendersi da prossimo a prossimo, affinché siano
combattuti i meccanismi di dominio che schiacciano gli uomini. Inutile
aggiungere che questa solidarietà non deve mai essere chiusura al dialogo né
alla collaborazione con gli altri, con altri gruppi sociali non compresi nei
vostri movimenti (cfr. Laborem exercens, 8).
Ho appena parlato
della dimensione internazionale della solidarietà. Nel Terzo mondo, ciò che è
in gioco
La giustizia: i
profeti e lo stesso Gesù l'hanno proclamato: colpire l'uomo nei suoi diritti,
significa colpire Dio. In quest'ottica, voi vegliate a che siano salvaguardati,
per i lavoratori, la partecipazione alla crescita del bene sociale, il diritto
al giusto salario, alla sicurezza delle persone e delle loro famiglie. È anche
giusto rivedere la ripartizione del reddito, controllare le rendite speculative
che non provengono dal lavoro. Ma la distribuzione dei beni materiali non è la
sola in causa. Vi sono altri diritti dell'uomo che subiscono violenza. E non
solo i diritti dell'uomo, ma i diritti della famiglia, i diritti delle nazioni.
L'uomo non vive di solo pane; ha fame, talvolta ancor più, d'istruzione, di
verità, di libertà, ivi compresa la libertà religiosa.
La
partecipazione: la dignità dell'uomo passa, certamente, attraverso l'avere, ma
va ampiamente al di là. Essere uomini agli occhi di Dio, significa essere
capaci di creare e di creare con gli altri. La società contemporanea deve dare
spazio a un nuovo tipo d'economia e a una trasformazione dell'impresa affinché
il lavoratore "al tempo stesso sappia di lavorare 'in proprio'", sia in un
sistema di proprietà privata dei mezzi di produzione che in una proprietà
collettiva (cfr. Giovanni Paolo II, Laborem exercens, 14-15). Voi
cercate dunque di preparare una società nuova, non solo attraverso la difesa e
l'applicazione di questi tre principi nel mondo operaio, ma anche operando in
senso più ampio per la pace, per il ripristino e la conservazione dell'ambiente
naturale, per un giudizioso impiego del tempo libero reso possibile dalle
innovazioni tecnologiche, per la costituzione di movimenti operai autonomi nei
Paesi del Terzo mondo.
7. Grazie a Dio, i termini solidarietà, giustizia,
partecipazione sono cari a tutti i nostri contemporanei, e
Certo, come
sottolineava il vostro presidente, la fede non vi detta soluzioni tecniche
precise, strategie di azione. Tuttavia l'ispirazione cristiana non è una parola
vana, un vago ideale. Basandosi sull'atteggiamento di Cristo, sulla dottrina
sociale della Chiesa, essa tiene conto di un certo numero di principi
concernenti la dignità della persona, il senso del lavoro, che non ho bisogno
di ricordarvi; conferisce un contenuto maggiormente esigente, ampio e profondo
alla solidarietà, alla giustizia, alla partecipazione, al carattere umano e
fraterno della società da edificare, ed è qui che la Chiesa vi viene in aiuto
con le sue indicazioni. Questo ha già influenza al livello dell'analisi dei
rapporti sociali, del modo di guardare gli altri: deve sempre prevalere uno
scrupolo di lucidità, di verità, di distacco rispetto ad altre analisi
contrassegnate dall'ideologia, di saggezza di fronte alla complessità dei
fenomeni e delle cause, di umiltà nel riconoscimento delle debolezze in noi e
negli altri.
È influenza anche
la scelta dei mezzi adottati per cambiare la società. Vi è una nobile lotta da
condurre per la giustizia sociale. Non è possibile separare la realtà del
lavoro umano da questa giustizia e da questa lotta, che assumono volti sempre
nuovi in funzione delle situazioni e dei sistemi sociali. Ma il mondo del
lavoro umano deve essere soprattutto fondato sulla forza morale: dev'essere il
mondo dell'amore e dell'edificazione,
non il mondo dell'odio e della distruzione. Cristo non cessa di benedire quelli
che hanno fame e sete di giustizia (cfr. Mt 5, 6); ma questa fame di
giustizia, questa spinta a lottare non sono e non possono essere l'odio né una
fonte di odio nel mondo.
Per conservare la
nostra ispirazione cristiana, rileggiamo incessantemente il Vangelo, come
Cardijn, per condurre una lotta sempre nuova contro ciò che asservisce l'uomo.
Studiamo l'insegnamento della Chiesa, come Cardijn, che teneva a questa fedeltà
al magistero. Affidiamoci anche alla grazia di Cristo, per liberare l'uomo da
ogni male, sosteniamoci con la preghiera che purifica, dà respiro alle nostre
intenzioni. È in questo senso, penso, che avete parlato di "lotta" e di
"contemplazione".
8. Scopo del vostro movimento è rendere il mondo più
conforme al disegno di Dio sull'uomo, nelle sue
9. Questo atteggiamento si esprime in modo eloquente nella
struttura del Padre nostro che è il tema della nostra visita pastorale. Dopo
l'invocazione solenne al nostro Padre, noi esprimiamo col Signore Gesù tre
auspici per testimoniare che desideriamo di tutto cuore l'avvento del regno di
Dio. Chiediamo al di sopra di tutto che gli uomini si aprano alla volontà di
Dio e si sottomettano ai suoi disegni. È proprio il regno di Dio che è oggetto
della nostra preghiera e della nostra azione cristiana.
Successivamente,
seguono quattro domande: pensiamo alle nostre necessità umane – di pane, di
perdono, di liberazione dalla tentazione e dal male – e preghiamo il Padre dei
cieli per ricevere da lui aiuto e sostegno.
Anche quando
chiediamo il pane per tutti gli uomini, rimaniamo consapevoli che Dio stesso
resta al centro della nostra preghiera, poiché è in fin dei conti lui che dà
tutto ciò che è buono. Il pane nelle mani degli uomini è un pane dato. Dio ha
creato la terra e l'ha affidata all'uomo. Attraverso il lavoro, l'uomo deve
"dominare" la terra (cfr. Giovanni Paolo II, Laborem exercens, 4.6).
Egli deve rendere il dono della terra disponibile a tutti. Deve fare in modo
che il dono della creazione possa portare dei frutti "trenta, sessanta e cento
volte tanto", per tutti senza distinzione. Egli deve "spezzare e distribuire"
ciò che gli è stato dato e così rispettare la destinazione universale di tutti
i beni. Dio è e rimane il proprietario del pane. E gli uomini
Quando preghiamo
per il nostro pane quotidiano, chiediamo a Dio di aiutarci nel compimento della nostra missione, insieme a
questo pane. Il pane è qui il termine che riassume tutto ciò che è necessario
alla sussistenza dell'uomo adulto e tutto ciò di cui l'uomo ha bisogno per
accrescere la propria umanità nel contesto di una società in rapida evoluzione.
Quando preghiamo
per il pane di tutti senza distinzione, preghiamo per una crescente
consapevolezza della responsabilità e per una maggiore creatività: creatività,
affinché attraverso il lavoro di tutti sia moltiplicato il pane per tutti;
creatività anche al fine della distribuzione e dell'equa ridistribuzione dei
frutti del lavoro. 10. Cari rappresentanti del Movimento operaio cristiano, in questo momento solenne pieni di gioia possiamo rendere grazie. Un ringraziamento a questo movimento che è cresciuto attraverso l'impegno di tanti pionieri conosciuti e sconosciuti del passato; grazie a tutti, membri, militanti e responsabili, che siete oggi al servizio dei lavoratori. La Chiesa vi ringrazia. Come Pastore della Chiesa universale, io vi ringrazio, e, secondo gli auspici e gli orientamenti che ho or ora ricordato dinanzi a voi, benedico di tutto cuore le vostre persone, le vostre famiglie, il vostro movimento.
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29/07/2017 |