"MOLTI HANNO PERSO CONTATTO CON LA LORO
FEDE D'ORIGINE
E NE SCELGONO UNA SU MISURA"
Massimo Introvigne, direttore del Centro
studi nuove religioni:
"Esistono 800 nuovi culti. Vi aderisce il 3% della
popolazione"
"I
nuovi movimenti religiosi sono importanti perché ci dicono che nel corpo
sociale sta accadendo qualcosa. E questo qualcosa è una forma di religiosità e
di spiritualità soggettiva, lontana da forme organizzate". Il sociologo Massimo
Introvigne, direttore del Cesnur, ha passato molti anni a studiare e censire le
nuove religioni.
* Qual è la situazione italiana?
"La
Chiesa cattolica tiene ancora. Oltre alle religioni maggioritarie ci sono
numerose minoranze o nuovi movimenti religiosi – ne abbiamo censiti 800 – che
hanno una loro storia, una dottrina e una struttura organizzata. Ma parliamo di
numeri molto bassi, che non raggiungono il 3%. Nella società però qualcosa si
muove in maniera molto evidente. Da una parte si diffondono sempre più queste
nuove forme spirituali, organizzate e strutturate, come Anima Universale e
Damanhur. Dall'altra, ed è un fenomeno diverso e ben più ampio, c'è una forma
di religiosità o spiritualità soggettiva, trasversale, e lontana da qualsiasi
forma organizzata".
* Come definirebbe questi nuovi credenti?
"Persone
che hanno perso il contatto con la loro religione d'origine o lo mantengono in
modo molto blando. Al tempo stesso non hanno dimenticato il loro senso
religioso e si sono creati un loro orizzonte spirituale".
* Su quali basi?
"Sono
persone che costruiscono i propri convincimenti dopo aver letto un libro, aver
visto un film o ascoltato una conferenza. Il fenomeno può essere considerato
una mutazione del New Age degli anni Novanta, l'esito di un approccio
relativizzante al fatto religioso. 'Sento di avere un rapporto con Dio, magari
a Natale mi capita di andare a Messa, ma mi interesso di forme di spiritualità
orientale, ammiro il Dalai Lama o Sai Baba, m'incuriosisce la filosofia Zen e
magari credo nella reincarnazione'".
* Perché questo fenomeno rappresenta una novità?
"Perché
si tratta di una religiosità che non diventa cultura, non si trasforma in
scelte fondamentali di vita, ma resta un'adesione del tutto personale, privata,
intima. Senza forme organizzate e strutturate".
* Quanto è diffusa questa nuova religiosità?
"Già
nel 1985 il sociologo Robert Bellah aveva previsto questo fenomeno con l'esempio
di un'infermiera, Sheila, che si era creata una sua religione personale con
pezzi di cristianesimo, buddhismo, esoterismo, affermando che lo 'sheilaismo' ('220
milioni di religioni, una per ogni americano') sarebbe diventata la religione
maggioritaria. Il 38% dei francesi crede nell'astrologia, il 35% degli svizzeri
alla divinazione, il 20% degli statunitensi nella reincarnazione. E in alcuni
Paesi dell'Europa occidentale la maggioranza della popolazione, soprattutto dei
giovani, si dichiara 'spirituale ma non religiosa'".
Andrea Tornielli
© Vatican Insider - 7 agosto 2018
Foto a cura della redazione di www.missionerh.it
14/08/2018
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